Colfiorito
Ci sono memorie e memorie, buone o cattive, figlie di giorni che ci obbligano volenti o dolenti a ricordare nonostante la voglia di dimenticarle. Memorie che è meglio lasciar passare, forse. Memorie di ciò che fummo, memorie di ciò che siamo diventati, memorie di sentimenti e delle emozioni passate. Sono il filo che ci lega a ciò che fu e che non sarà più e la cui collocazione temporale può essere più o meno definita. La premessa è doverosa perché vi voglio raccontare una storia, di cui ho memoria dai tempi passati alla scuola media di Arquata del Tronto, non ricordo con precisione la classe da me frequentata ma ricordo il mio Professore che la raccontava, Don Paolo Bucci. Sacerdote nella vicina Spelonga, mi affascinava continuamente, quella volta raccontò di una sua memoria storica a proposito dell’etimologia dei nomi dei paesi di Pretare e Piedilama. Riscontri Storici non ho mai potuto verificarli per via di un’incendio che colpì la sede del comune di Arquta del Tronto e il relativo Archivio Storico nel lontano 1800, più o meno, memorie di altri paesani tramandate di ciò che fù, ma attendibili perché sulla propria patria e sulle proprie origini non si scherza. Le memorie non sempre sono vivide nei pensieri, hanno bisogno di collegamenti che le rendano veritiere. Tre, gli elementi nuovi che fanno nascere questo racconto e lo legano ai nostri giorni nefasti di Terremotati. Il primo è la trascrizione di un terremoto di cui è rimasta traccia presso gli archivi storici di Amatrice, Ottobre 1639, devastante per tutto il territorio dell’Amatrice e dell’Accumulo. Il secondo elemento deriva dalla memoria dei racconti di mia zia, racconti tramandati da generazione in generazione in cui si narrava dell’arrivo del nostro antenato di famiglia nella terra di Arquata, proprio nei dintorni del 1600. Era un Mastro Lumbard chiamato come molti altri a ricostruire la terra terremotata e devastata, con tecniche a quell’epoca moderne. Il terzo elemento deriva dalla storica presenza a Pozza di Acquasanta Terme della Maschera denominata Zanni, portata proprio dai maestri comacini scesi a lavorare negli appennini dalla Lombardia. Anch’essi portarono con loro le proprie memorie. Metto tutto insieme, et voilà, esisteva una cittadina fiorente che includeva i territori compresi tra i paesi di Piedilama e Pretrare il suo nome Colfiorito. Tutto qui se non fosse che il decantato paese, città delle fate e del Guerrin Meschino fu raso a suolo, non solo dal terribile terremoto che aveva colpito anche l’Amatrice, ma dalla imponente frana che cadde in conseguenza del sisma dal Monte Vettore. La cancellazione di Colfiorito portò alla nascita di Pretare, dall’evidente etimologia sulla PRETA e Piedilama, ai PIEDI della LAMA. Vi chiederete quale sia la morale di questa storiella, bene non c’è, il fine però si. La Memoria come carburante della nuova rinascita, perché una primavera ci sarà, ma con quale spirito?. Lo abbiamo perso tempo fa, abbiamo vissuto in un paese dalle due facce, non solo ad Arquata o ad Acquasanta Terme, dove l’emotività delle genti l’ha fatta da padrone sulla ragione ed ha condotto oggi a scelte azzardate e poco coerenti. Il problema è che non c’è più tempo per impare, la memoria non ha saputo insegnare nulla o magari contrapporsi alla pancia della popolazione. Un comandamento non scritto della buona politica impone di non prendere mai una decisione sull’onda dell’emotività, anche per un fatto eccezionale come può esserlo il terremoto che ha turbato l’opinione pubblica locale. Pensate al grido di dolore all’epoca di Colfiorito, la vita non era così meravigliosa, i lavori adibiti per la maggior parte della popolazione erano pesanti, sopratutto nelle campagne e impegnavano al lavoro per la maggior parte del giorno e per tutto l'anno con rari momenti di festività. Posso supporre, non ne ho memoria, che non fosse un tempo così competitivo come quello di oggi, la solidarietà era molto sentita e quando si era in difficoltà ci si aiutava molto, anche se diversi per ceto o rilevanza sociale. Avrei auspicato ciò anche in questo tempo, ma è la prova che di fronte alle pressioni anche i principi più nobili vanno a farsi friggere, perché la politica alla fine si basa sul consenso, che è sempre più un fatto di sola pancia. Comprendo anche che chi predica razionalità, in un momento del genere, passa per superficiale, perché la percezione ha un peso maggiore della realtà. Certo non mi azzerderò nel parlare da dove derivi questa nuova percezione, ma sii, dai Sismologi di Facebook, i nuovi azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Essi ormai muovono le pance e i politici, è l’ora delle scelte miopi nate sull’emotività. Non potrà esserci una rinascita duratura, come quella di Colfioritana Memoria, ma visioni parziali di un futuro in cui si avrà timore di essere Presenti e si preferirà essere suggestionati, tutti, da un Social.
P.S. È doveroso aggiungere un'annotazione pervenuta riguardo la data della distruzione del paese denominato Colfiorito e ringrazio per l'attenzione il lettore solerte. Mi è stato fatto notare che a Pretare sono presenti, presso la chiesa del Crocifisso e speriamo che ancora lo siano, delle icrizioni indicanti una data precedente a quella indicata in precedenza, Ottobre 1639. Sembra infatti che un certo Eginardo, scrivano di Carlo Magno, ne scrivi nei suoi scritti al seguito del Sovrano tra il 801-803 d.c.
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Simone (martedì, 31 luglio 2018 21:34)
Il terremoto che fece scomparire colfiorito e'proprio Quello dell801,nel 1639 il paese di Pretare era stato da poco ricostruito (chiesa cimitero 1570,casa dei miei avi simile)...oltre sette secoli dopo.il sisma.801.che seppelli completamente il precedente paese...da cui nn si salvo nulla e nessuno.